Cappello buffo e maestoso portava - Poesia
Un giullare matto
Cappello buffo e maestoso portava
un campanellino s’odeva quando danzava,
la folla ridea quand’esso s’appropinquava.
Il suo vestiario variopinto
il suo trucco signori miei, troppo succinto.
Un sorriso artificioso, fasullo
un ossimoro lo sguardo,
parea nullo.
Giullare di corte,
negli anni addietro fu stato.
Ah… quanti calici d’ambrosia
in gloria gli furono stati dedicati.
Risa e lacrime di giuoia
mentre musiche rimbombavano di gloria…
il giullare s’ammalava.
Cuori ricchi di denaro
ma a lui non restava
nemmeno un poco di pane spezzato.
In fin dei conti quei ricchi miserabili
forse poco abili
additavano quel giullare
da molti nelle strade acciuffabile
come un nullatenente anzi, peggio
come malato, malato o forse…
Un fesso
Girotondo mappamondo
Sogno un cielo stellato,
nel mio quotidiano però,
da nuvole cupe è abitato.
Quanto rosso
sulla terra,
eppure, nessuno s’arresta.
Sogno una catena fraterna
sai dirmi perché fanno solo guerra?
Osservo questo girotondo
solo lacrime e desideri
mi accompnano nella notte tenebrosa
Incubi ricorrenti, del mio ieri.
Un’anima svanita,
la mia voce è avvilita.
speravo in un’agonia fallita
Terminata,
addirittura, arrestata.
Ciò che mi ritrovo è un mappamondo
costruito da un terrore profondo.
Un giorno il sole splenderà,
ed in mezzo a questo deserto
una ginestra sboccerà.