Inaffondabile - Racconto
Deck 5, punto di incontro G. Tutti sono occupati a sistemarsi le tute e mettersi in fila indiana, coordinati dai membri dell’equipaggio, davanti alle proprie lance. C’è chi manda messaggi, chi fa foto e video per il proprio profilo social, chi addirittura arriva con la tuta sottobraccio. Vedo una minuscola crepa sul vetro di uno degli oblò panoramici, ma nessuno sembra farci caso. Sento la temperatura abbassarsi leggermente nel corridoio esterno. L’equipaggio pare rilassato, forse per non far divulgare il panico? Non so se sto iniziando a diventare paranoico io, o se davvero il sistema di riscaldamento è andato, visto il comportamento degli altri passeggeri.
“Il viaggio più indimenticabile della vostra vita”. Così me l’hanno venduta in agenzia, addirittura scontata perché crociera inaugurale. E io, da bravo coglione, ho accettato subito. Gran Suite di poppa con vista sull’infinito, jacuzzi personale in vetrata panoramica, tariffa All Inclusive che più All Inclusive di così non si può. Cosa puoi chiedere di più? Ah, sì…sul mezzo di lusso “Più veloce e inaffondabile dell’intera flotta White Star Line”. Che poi, “veloce” posso anche capirlo, ma “inaffondabile”? Cioè, mica saranno affondate le precedenti, no?
La minuscola crepa ora è diventata piccola. Allora non sono io ad essere paranoico. La crepa c’è davvero, e ora un paio di membri dell’equipaggio davanti a me fissano quel punto con la coda dell’occhio. Le persone continuano a fare foto, video, procrastinare l’indossamento della tua perché “fa caldo e siamo in vacanza”. Qualcuno ci prova anche a discutere con chi non vuol mettersi quella dannata tuta, sostenendo che l’esercitazione di emergenza di metà crociera duri troppo per colpa di chi arriva in ritardo ai punti d’incontro, non ascolta lo staff, non si mette la tuta, eccetera, e che toglie tempo prezioso alla vacanza di tutti quanti i passeggeri. E avrebbero anche ragione, se non fosse per il fatto che la metà del viaggio l’abbiamo già oltrepassata e mancano giusto 6 giorni alla fine. È proprio vero che quando sei in vacanza perdi la cognizione del tempo.
Cos’è che diceva la promo poi? Ah, sì…”Da Marte a Giove in 20 giorni senza ibernazione, passando per la Fascia Principale!” Effettivamente, per una traversata è pochissimo tempo. Ci ho messo quasi 2 giorni solo dalla colonia su Fobos allo spazioporto…
La crepa ora è evidente, anche se i due dello staff che l’hanno notata ci si sono piazzati più o meno davanti per tentare di nasconderla. Le luci hanno avuto un paio di sfarfallii e il freddo ora è decisamente percepibile. Qualcuno bisbiglia nervoso, chi non aveva indosso la tuta è sbiancato e ora tenta come può di indossarla. Le lance iniziano a scendere verso i portelloni ancora sigillati.
“Quello che fai in crociera, rimane in crociera” mi hanno detto prima di partire da Fobos gli amici. “Poi però quando torni, i dettagli sconci li vogliamo sapere. Ricordatelo!”, hanno aggiunto.
La crepa si allunga lungo il vetro, le lance continuano a scendere verso i portelloni ancora sigillati. Chi parlava a bassa voce adesso se ne frega, inizia a blaterare qualcosa riguardo una crepa sul vetro che si allarga. Le file indiane di fronte ai portelloni vanno a farsi fottere, tutti cercano di piazzarsi di fronte alle porte ancora chiuse in modo da essere i primi a salire appena queste verranno aperte. Lo staff diventa inesistente, nonostante tenti di mantenere l’ordine cercando di rifare le file.
Chissà in che punto d’incontro sta la mora che ho conosciuto alla “Passeggiata su Cerere”. E la bionda che ho ospitato sul quad quando eravamo a Vesta? E la rossa con cui ho fatto space jumping sul ponte l’altro giorno?
La crepa si rompe, le luci si spengono. Il freddo non si sente più. Non ci sono rumori, solo il silenzio. E il gelo.
Ah, quanto avrei voluto bermi un altro bicchiere di Albedo.