Tra le righe dell'oscurità - Racconto
10/09/2022
Come riempire un vuoto nell’anima? È come se improvvisamente tutto quello che fai, che ti interessa, non avesse più un senso. Ti dicono “fai quello che desideri”, ti domandano “cosa vuoi veramente?”. Ma non so cosa fare, o cosa rispondere. È una sensazione mai provata: non è tristezza, non è sconforto, ma è comunque qualcosa che ti fa sentire forse più inutile di quando sei triste. Il vortice di sensazioni mi risucchia senza che abbia la possibilità di uscirne fuori. Eppure ne avrei di cose da fare: ma non so programmare la giornata e nello stesso tempo non mi piace improvvisare, odio gli imprevisti. La cosa mi pare contraddittoria, e penso all’infinito a quanto successo ieri, immaginando mille scenari alternativi. E poi penso a quello che succederà domani, ovviamente prefigurandomi ulteriori mille finali diversi. Sento che il troppo pensare mi sta logorando, perdo energie preziose: ma non riesco a farne a meno. Adesso sto scrivendo: ma mentre scrivo, inevitabilmente penso. Così faccio maggiore fatica a scrivere, costruendomi i miei mondi paralleli. Non ricordo esattamente quando e come abbia sviluppato questa insolita capacità, quello che ricordo è un’infanzia non particolarmente felice. Certo, ci mettevo anche del mio, scegliendomi sempre – è stata una costante nella mia vita – le compagnie sbagliate, e puntualmente questi pseudo compagni di classe si approfittavano di me, facendo leva sulla mia ingenuità. Avevo maturato la condizione che il mondo fosse perfetto, come in Pleasantville, dove tutto andasse bene, i matrimoni durassero in eterno, e non esistessero cattiveria, invidia, prepotenza e superbia. Forse è per questo che l’impatto con la realtà risultò ancora più devastante, fatto sta che contribuì in modo decisivo a forgiarmi un carattere difficile e a chiudermi sempre di più.
12/09/2022
Mi sento un po’ rinfrancato, ma la sensazione di vuoto c’è sempre. Non è facile da far capire: senti che ti manca qualcosa, ma non sai esattamente cosa, è difficile spiegarlo persino a se stessi. Ho acquisito però una consapevolezza. quella di allontanarmi da cose, persone e situazioni che mi fanno stare male. Ho capito – forse troppo tardi – che non si può piacere a tutti, o essere amato da tutti. Adesso devo trovare il modo di individuare quali sono le cose e le persone che mi fanno stare bene, per potermi avvicinare a queste e vivere meglio. Mia sorella mi ha consigliato di prendere un gelato. L’ho fatto, e ho realizzato che devo pensare anche a me stesso. Prendere il gelato mi fa stare bene, anche se lo prendo da solo? Sì! Mi è parso un ottimo passo in avanti.
15/09/2022
Ho passato la giornata a ripensare agli anni in cui ho frequentato la scuola. Il risultato è stato a dir poco traumatico: in tutti gli ordini di scuola che ho frequentato, l’ultimo anno è successo sempre qualcosa che mi ha allontanato dai compagni di classe. Un po’ si può attribuire al mio carattere difficile, ma penso che una delle cause sia stata la mia atavica tendenza a crearmi troppe aspettative degli altri; ho sempre creduto in valori come l’amicizia, l’onestà, la lealtà, ma tutto queste convinzioni con il passare del tempo sono cadute come un castello di carte. Nello studio non ho mai avuto grandi problemi, anzi forse riuscire con relativa facilità nelle varie materie mi ha attirato parecchia invidia più che ammirazione, perché comunque tutti notavano queste mie abilità. Così, dopo un disastroso triennio alle scuole medie, in cui mi impegnai per non prendere il voto massimo (non facendo praticamente nulla l’ultimo anno), il primo anno di superiori decisi di stare il più defilato possibile, mettendomi all’ultimo banco. La professoressa di italiano, che era piena di pregiudizi, mi chiamò all’interrogazione, convinta di fare di me un solo boccone. Dovevo commentare un articolo di attualità, e mentre leggevo mi chiedeva il significato di certe parole, convinta che non lo sapessi. Invece rintuzzai tutti i suoi attacchi, spiazzandola completamente. Niente da fare, ancora una volta non ero riuscito a passare inosservato. Avevo capito che, per quanto tu possa fare per non emergere, le tue qualità verranno sempre a galla.
19/09/2022
Sono pervaso nuovamente da una sensazione di tristezza e solitudine. Non riesco a capire come e perché vengano queste sensazioni, e la cosa mi inquieta: arrivo a domandarmi se riesca a mantenere il controllo di me stesso, o se potessi esplodere da un momento all’altro. Mi sembra di non provare più piacere per le cose che faccio, soprattutto per il lavoro. A volte mi sento troppo radicale, per nulla diplomatico. Sempre succube delle mie aspettative tradite, con i colleghi discuto in continuazione, e quando sottolineo la loro indifferenza e falsità, si ritirano nel loro guscio. Hanno paura di me, e sostanzialmente mi evitano. Ho confidato questi miei turbamenti ai miei pochi amici rimasti; pochi, ma fortunatamente veri. Mi hanno consigliato di chiedere consulto ad uno specialista. Non so, sono rimasto perplesso: aspettiamo gli eventi.
24/09/2022
Un attacco incontenibile di negatività, improvviso e imprevisto come il bombardamento di Pearl Harbour, ha pervaso la mia giornata. Oltre ai già difficili rapporti con le persone, sono emersi prepotentemente quelli con le donne. Ho pensato che l’unica che mi accettato per come sono è stata Martina: ma a me non piaceva. Mia sorella dice che non ho abbastanza autostima, e le donne se ne accorgono. Non ho ancora inquadrato bene questo problema della solitudine: a volte penso di poter stare bene da solo (o di essermi rassegnato alla cosa), altre volte penso di aver bisogno di una compagna con cui condividere la vita. Comunque sia, la mia sensazione è che ci siano intorno a me tante sofferenze, dolori: gioie, pochissime. Ho come un senso di frustrazione; forse la mia ambizione segreta è stata sempre quella di fare qualcosa di immortale da tramandare ai posteri, ma per quanto ci provi, non ci riesco. Ho talento per le cose che faccio abitualmente, ma non abbastanza. Ecco, è questo “non abbastanza” che mi tormenta, che mi sta consumando lentamente ma inesorabilmente. Sono rassegnato come non mai. Cerco diversivi per non pensare in negativo, ma è tutto inutile: mi sono come rifugiato in un mondo da cui non voglio più uscire. In questo momento voglio solo rivivere all’infinito quei pochi momenti che mi hanno dato gioie immense, come i gol di Paolo Rossi nella partita contro il Brasile. Credo sia giunto il momento di seguire il consiglio dei miei amici.
27/09/2022
La visita con il neurologo non è andata bene: il dottore mi ha diagnosticato un disturbo della personalità, con annesso stato ansioso-depressivo. Mi ha prescritto una terapia con medicinali stabilizzatori dell’umore, e un ciclo di psicoterapia. A volte penso che non potrà più capitarmi nulla di nuovo; non è tanto il desiderio di morte, quanto la sensazione di non vivere. Mi rendo conto di stare male, ma non mi vengono in mente soluzioni. Mi preoccupo sempre troppo per il futuro, non so se riuscirò mai a vivere il presente.
30/09/2022
Non è solo l’essenziale ad essere invisibile agli occhi. Tutto può diventare invisibile: le cose che non si possono vedere e – soprattutto – le cose che non si vogliono vedere.
E nessuno vuole vedere chi sono veramente. Ormai sono matto per tutti.
Matto! è questo che pensano di me, solo perché ho il coraggio di dire quello che penso. Ah, la verità, che noia! Matto, matto, matto… la desolazione e l’oscurità mi avvolgono come una coperta: solo che non mi riscalda, anzi sento il gelo, come quello della Morte che si avvicina inesorabilmente. La diagnosi ha solo confermato quello che temevo da tempo: il Diavolo della depressione mi ha sempre accompagnato, sin dall’infanzia; percepivo la sua malvagità che mi avvinghiava e mi portava a scontrarmi con le persone che mi volevano bene. Ma non potevo, non riuscivo a vedere il bene perché gli artigli del Diavolo mi coprivano gli occhi, precipitandomi in un’oscurità senza fine.